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venerdì 1 agosto 2008

Gli schiavi del XXI secolo

Durante questa vacanza mi è capitato spesso di pensare a questo argomento, osservanto tutti i venditori ambulanti che percorrevano la costa calabrese a piedi.
Ogni tanto con qualcuno ci si fermava a parlare allora scoprivi le varie storie, chi marocchino, chi senegalese, chi pakistano, chi cinese...ma i cinesi non danno relazioni.
Qualcuno lavora nelle fabbriche di Napoli, come "sarto" (mi ha detto) cuce cuscini...di inverno...e d'estate poichè le fabbriche chiudono vengono a vendere al mare!
Ma poverini non hanno di che stare allegri...infatti il ragazzo che ci ha raccontato questa storia ci diceva di aver fame, ma sono convinta che se gli avessimo offerto qualcosa non lo avrebbe preso.
Come mai mi sono detta voleva che comprassimo per forza qualcosa?
Forse...ma è solo un'idea, è costretto a vendere...per qualcun'altro!

C'era un senegalese invece che ci ha fatto rimanere per come prendeva la vita! Ci ha raccontato di aver lavorato 6 anni nel Veneto (infatti non parla italiano, ma veneto...è fortissimo!) come meccanico poi un giorno è tornato e non gli hanno rinnovato il contratto così ha iniziato a vendere le borse per vivere.
Tutti i giorni si ferma a salutarci, gli chiediamo come va...lui ci augura buona fortuna e riparte....sempre con il sorriso in bocca.

Mia zia mi ha raccontato che una volta gli capitò in classe (1 elementare) un bambino cinese, alla fine del giorno di scuola tutti i genitori andaro a prendere i bambini, ma lui non lo venne a prender nessuno; così si prese questo bambino che parlava pochissimo italiano e andò verso Campi a cercare il capannone dove lavorava il padre.
Non so come abbia fatto ma il bambino ha riconosciuto le strade e l'ha guidata li.
Entrata nella fabbrica ha trovato un sacco di cinesi a capo chino a cucire e anche il padre del bambino che si era dimenticato di andarlo a prendere.
Quest'uomo le ha raccontato di esser vincolato per SETTE anni a lavorare li a campi per una determinata persona...
Bhe non è una forma di schiavitù questa?
Forse, non tutti saranno schiavi, ma qualcuno lo è di sicuro, e questo ci dovrebbe davvero par pensare!

3 commenti:

FabryB ha detto...

Devo dire che a volte ci dimentichiamo, o facciamo finta di non vedere, queste persone che passeggiano sotto il sole cocente delle nostre spiaggie, stracarichi come cavalli da soma alla ricerca di qualche compratore occasionale. Scordiamo che anche loro, come ognuno di noi, ha una storia da raccontare, una vita e molto spesso, una famiglia che cerca di aiutare in qualche modo. I soliti furbi (o senza scrupoli) creano un miraggio di guadagno a questi ambulanti da spiaggia e ne sfruttano il bisogno di sopravvivenza, distruggendone la dignità. La cosa che mi ha fatto riflettere è stata una situazione, nella quale uno di questi venditori ambulanti, si è fermato a conversare con noi, con un sorriso che quasi gli ho invidiato. Cortese, gentile, mai aggressivo, mostrandoci la sua merce, ci ha lasciato un po della sua storia sotto il nostro ombrellone e almeno personalmente mi ha fatto riflettere. Il suo sorriso diceva molto di più dei tanti sorrisi che vediamo tutti i giorni tra le persone che conosciamo; un sorriso pieno di dignità e forse di speranza per un futuro migliore e meno indigente di un presente avaro di opportunità. La mia rifelssione finale ? Quel sorriso, di quel venditore ambulante, era quel sorriso che il benessere, troppo spesso, cancella dai nostri volti, come un colpo di straccio, toglie la birra dal bancone di un bar.

Sara ha detto...

Bello questo post e questo commento di Fabrizio.
E' vero che molto spesso la società ci porta a scartare queste persone senza un reale motivo... solamente perché sono diversi, ma spesso uno di loro vale piu di alcuni di noi.

Bloggando In Libertà alias Silvia ha detto...

Alle Bahamas si vede gente sfruttata?

Silvia

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